Professionista dello sviluppo del potenziale umano

©Copyright. Articolo estratto con il permesso dell’autore dal libro di Daniele Trevisani: “Psicologia di Marketing e Comunicazione” Franco Angeli Editore, Milano

In un mercato in cui è difficile “fare la differenza”, è necessario sviluppare  strategie di differenziazione dalla concorrenza che si prefiggano (1) di associare emozioni all’immagine del marchio (branding emotivo), e (2) provocare emozioni nell’utilizzatore. Quali sono le emozioni che il prodotto può produrre? Per rispondere a questa domanda analizziamo più da vicino le ricerche sulla psicologia delle emozioni.

La ricerca ha evidenziato otto emozioni primarie: gioia, accettazione, paura, sorpresa, tristezza, schifo o repulsione, collera, aspettativa. Dalla loro combinazione, emergono emozioni derivate: ottimismo, amore, sottomissione, spavento, delusione, rimorso, disprezzo, aggressività.

È tempo di chiedersi: il nostro marchio suscita emozioni? E il nostro prodotto? E il modo con cui eroghiamo il servizio e assistiamo il cliente? La nostra azienda è un freddo erogatore e assemblatore di materie prime, o ha una valenza psicologica per il cliente? Produce coinvolgimento emotivo? I venditori parlano solo o sanno ascoltare? Aggrediscono o accolgono? O sono solo dei raccogli-ordini? Sanno sviluppare ottimismo nel cliente? E gioia?

La ruota delle emozioni visualizzata in seguito evidenzia le componenti primarie e derivate. Chiediamoci quali, tra queste, produce la nostra azienda nel cliente. Ci va bene così? Quali emozioni vorremmo produrre nel cliente?

Secondo Canestrari (1984)[1] «per poter spiegare le emozioni occorre anche sapere come chiamarle e rispondere a diversi interrogativi. Quali sono le emozioni primarie e fondamentali? In quale rapporto stanno fra loro?».

Un approccio alla psicologia delle emozioni è stato fornito da Plutchick (1981)[2], secondo il quale

le emozioni variano in intensità e nel grado di somiglianza reciproca e presentano un carattere bipolare, nel senso che, ad esempio, la gioia è l’opposto della tristezza, l’odio dell’amore…

Plutchick considera 8 emozioni fondamentali: anger (rabbia), fear (paura), joy (gioia), sadness (tristezza), disgust (disgusto, repulsione), acceptance (accettazione), anticipation (aspettativa), surprise (sorpresa). Secondo Plutchick, inoltre, le emozioni corrono lungo un filo, un continuum di intensità. Ad esempio: un primo asse delle emozioni è costituito dal gradiente negativo seguente:


[1] Canestrari, R. (1984). Psicologia generale e dello sviluppo. Bologna, Clueb.

[2] Plutchick, R. (1981). Un linguaggio per le emozioni. Psicologia contemporanea, 48, 29-36.

Ulteriori assi evidenziati da Plutchick sono: perplessità, sorpresa e sbalordimento; pensosità, tristezza e dolore; noia, schifo e repulsione; irritazione, collera, furia, nei quali l’intensità aumenta in proporzione

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Semantica articolo. Le parole chiave di questo articolo sono:

Strategie di differenziazione

Branding emotivo

Psicologia delle emozioni

Emozioni primarie

Emozioni derivate

Ruota delle emozioni

Intensità delle emozioni

Asse delle emozioni

Connessione emotiva

Marketing emozionale

Coinvolgimento emotivo del consumatore

Esperienze emotive

Esperienze di felicità

Creazione di legami emotivi

Empatia con il consumatore

Rilevanza emotiva del prodotto

Valore emotivo del marchio

Comunicazione empatica

Storie emozionanti

Esperienze di gioia e gratitudine

Consapevolezza emotiva del cliente

Coinvolgimento emotivo attraverso la pubblicità

Esperienze di sorpresa e meraviglia

Emozioni positive associate al marchio

Marketing esperienziale emozionale

Analisi dell’impatto emotivo

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