Professionista dello sviluppo del potenziale umano

Bassa autostima. Cosa è e come fare per superarla

La bassa autostima è un’immagine di sè stessi distorta e negativa. Lavorando con il training mentale e mental coaching è possibile ripristinare un equilibro sano e trovare il modo per risolverla: la piena accettazione di sè. Per farlo tuttavia serve un buon lavoro di coaching e di counseling anche integrato con il lavoro di psicoterapia svolto da professionisti associati e certificati.

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bassa autostima mental coachBassa autostima. I diversi tipi di immagine di sé (self-image) e le distorsioni percettive

Il dramma del Divario Fondamentale tra chi siamo e chi vorremmo essere apre una grave problema di consapevolezza (e inconsapevolezza) su cosa sia necessario cambiare. Infatti, senza una visione chiara – guidando con un parabrezza completamente appannato – rischiamo di andare contro un ostacolo. Se poi i nostri sensi sono annebbiati, il rischio è ancora più grave. Nessuno – nei percorsi educativi classici (scuola, università) – aiuta seriamente le persone a fare focusing, depurarsi da credenze dominanti, cercare e creare un proprio percorso.

Parabrezza oscurati e alcool nel sangue non sono nulla rispetto alla mancanza di autocoscienza media su cosa e come sia necessario cambiare per migliorare sé stessi e gli altri. Nelle aziende questo non è diverso, ma anzi peggiora. Ma come sviluppare autocoscienza e uscire dalle oscurità?

Una delle possibili strade è la comparazione tra diversi livelli di immagine percettiva. In un sistema d’immagine corretto, le diverse immagini da latenti diventano consapevoli, gli autoinganni si riducono e la realtà si fa più chiara.

Lo schema seguente espone cinque tipi di identità/immagini diverse (da noi identificati in ALM3[1]), che producono un sistema di distanze a vari livelli.

Le tipologie di identità/immagine da noi identificate sono presenti sia nel singolo individuo che nella sfera aziendale:

Immagini/identità a livello individuale
1.        Real Self: Realtà oggettiva del SéCome sono realmente io, quali sono i miei veri pregi, i miei difetti, le mie abilità, le mie lacune, le mie dissonanze, come e cosa comunico realmente.
2.        Self Image: Immagine di séCome io vedo me stesso, come penso di essere, come penso di comunicare, quali sono i pregi, difetti, abilità e lacune che credo di avere (“credo”, non necessariamente ho).
3.        Ideal Self Image: Immagine del Sé ideale o immagine obiettivoCome vorrei essere, come vorrei comunicare, quali sono i miei desideri di abilità e competenze, gli atteggiamenti e punti di forza che vorrei possedere.
4.        Immagine del Sé ipotizzataCome penso gli altri mi vedano; come credo di essere visto dagli altri (credenza soggettiva, non dati di fatto).
5.        Immagine personale etero-percepitaCome gli altri mi vedono veramente, come valutano la mia comunicazione, il mio modo di essere, i miei comportamenti, atteggiamenti, abilità e lacune.

[1] Vedi ALM3: Trevisani D. (2003), Comportamento d’acquisto e comunicazione strategica, FrancoAngeli, Milano.

Bassa autostima e mental coaching per l’autostima

La bassa autostima può essere affrontata tramite l’uso congiunto di

Approfondimento sull’autostima (ns. rielaborazione su fonte Wikipedia)

L’autostima è il processo soggettivo e duraturo che porta il soggetto a valutare e apprezzare se stesso tramite l’autoapprovazione del proprio valore personale fondato su autopercezioni. La parola autostima deriva appunto dal termine “stima“, ossia la valutazione e l’apprezzamento di sé stessi e degli altri.

Dimensionalità dell’autostima

Il nostro senso di autostima deriva da elementi cognitivi ovvero il bagaglio di conoscenze di una persona, la conoscenza di sé e di situazioni che vengono vissute dal soggetto; elementi affettivi che vanno ad influenzare la nostra sensibilità nel provare e ricevere sentimenti, che possono essere stabili, chiari e liberanti; elementi sociali che condizionano l’appartenenza a qualche gruppo e la possibilità di avere un’influenza sul gruppo, di ricevere approvazione o meno dai componenti di quest’ultimo.

L’autostima ha la caratteristica fondamentale di essere una percezione prettamente soggettiva e, in quanto tale, non stabile nel tempo ma dinamica e mutevole. Il senso di autostima deriva principalmente dalle relazioni che ogni persona interiorizza e rielabora, sia le relazioni che vanno verso noi stessi che quelle interpersonali. Da questo deriva il fatto che le persone influenzano in continuazione il loro senso di autostima e a loro volta sono influenzate da esso.

Studi sull’autostima

Nei vari anni in campo psicologico sono stati portati avanti numerosi studi sull’autostima, un esempio tra questi è la ricerca di William James (1842/1910) il quale definisce l’autostima come rapporto tra sé percepito e sé ideale; il primo è la considerazione che un individuo elabora su di sé in base alle caratteristiche che dal suo punto di vista sono presenti o assenti all’interno della sua vita, il sé ideale è invece l’idea di come vorrebbe essere e del modello di vita che sta prendendo in considerazione.

Secondo lo studioso la persona percepisce bassa autostima nel momento in cui il suo sé percepito non riesce a raggiungere il livello del suo sé ideale e quanto più grande è la discrepanza tra i due, tanto più nasce in un soggetto insoddisfazione (nel caso in cui il sé percepito sia di gran lunga minore) e alto senso di potere e successo (quando il sé percepito supera di molto il sé ideale).

Si può arrivare a dire che secondo James il senso di autostima derivi dal rapporto tra successo e aspettative, infatti senza dubbio la maggior parte dei fattori che va a condizionare la creazione del personale livello di autostima discende dai risultati/esiti delle prove che siamo chiamati ad affrontare quotidianamente nella vita.

Bibliografia

Voci correlate

Parole chiave sulla bassa autostima e mental coaching per l’autostima

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